Introduzione - Da una lettera della nostra amica Aurora - Così in un afoso pomeriggio di fine
agosto i due pischelli decidono di partire,
direzione Copenaghen. L'ignoto li attende. Una
terra straniera, probabilmente ostile, una lingua
ai più incomprensibile, un cibo strano lontano
mille miglia da un sano piatto di spaghetti, un'università
anomala, ordinata, niente a che vedere con l'allegra
caotica e sconclusionata Urbino.
I compagni di
corso... chissà. Ma entrambi sono convinti di
bastare a loro stessi, forti della reciproca
compagnia, leggendo nello sguardo dell'amico la
stessa paura, le stesse insicurezza ma
soprattutto la stessa determinazione che li ha
fatti partire, affrontano il futuro tenendosi per
mano, volgendo lo sguardo in ogni dove alla
ricerca di un'immagine familiare, la delusione è
ineluttabile... la casa, la famiglia, gli amici,
Urbino, i colleghi, perdono il loro contorno, la
loro realtà e soprattutto, la loro forza, le
immagini sfumano nella mente: è un inevitabile
processo esponenziale, i giorni passano e loro si
ambientano. La coalizione li ha resi invincibili,
la città straniera si trasforma in un ottimo
rifugio, quasi un surrogato di casa. La voglia di
tornare è inversamente proporzionale ai giorni
trascorsi in quella terra inizialmente, all'apparenza,
inospitale.
Ora tutto è
familiare, giri l'angolo e sai che c'è il pub
dove la sera si beve una birra in compagnia dei
nuovi amici, cammini per i vialetti dell'università
incontrando visi a te noti, volti sorridenti
appartenenti a persone che, domani, ti
mancheranno, che metaforicamente porterai con te
quando rientrerai nel tuo paese, quel tuo paese
il cui canto delle sirene non si sente più.
Buon viaggio
ragazzi
Bacino auri
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